Alta qualità unica via per il futuro del tabacco

In un mercato come quello del tabacco in cui le prospettive future non sono troppo rassicuranti, puntare sulla qualità, oltre che sulla resa, diventa una condizione necessaria.

Andrea Franceschi, giornalista de Il Sole 24 Ore, durante un convegno sul tabacco organizzato da Cerea FCP, fa un punto della situazione mondiale negli ultimi anni. Le 5 società che controllano il mercato mondiale, Philip Morris International, Altria, Japan Tobacco, British American Tobacco, Imperial Brands e China National Tobacco, hanno subito gli effetti di un consumo che è diminuito significativamente negli ultimi 10 anni. La Cina è l’unica nazione in cui il numero di fumatori è rimasto stabile.

Per limitare i danni, le aziende hanno puntato sui prodotti Rrp (reduced risk product), ovvero prodotti a rischio ridotto, quali sigarette elettroniche e dispositivi che evitano la combustione del tabacco. Tali prodotti sono tuttavia sotto esame (e sotto accusa) per la presenza delle componenti chimiche e la presenza di nicotina che crea dipendenza; inoltre, la percentuale di nicotina ha dei limiti al 7% in alcuni prodotti negli USA e al 2% in Italia.

Per quanto riguarda la situazione nella penisola, primo paese produttore in Europa, Il settore del tabacco ha subito diverse trasformazioni. Negli ultimi anni è calato il sostegno pubblico e i coltivatori dal 2010 al 2018 sono diminuiti notevolmente, da oltre 5.000 a 2.000. (dati Commissione UE), così come sono calate le superfici coltivate.

La qualità diventa, in questo scenario, un aspetto fondamentale su cui gli agricoltori devono puntare, oltre che sulla resa. “La fertilizzazione azotata ha un’influenza rilevante sulle proprietà fisico-chimiche che rendono il tabacco idoneo all’utilizzazione industriale, ma anche il calcio è importantissimo” spiega Giuseppe Ciuffreda, responsabile del servizio agronomico Cerea FCP. Una prova sperimentale svolta nel 2019 su diverse aree del veronese ha evidenziato questo aspetto. L’utilizzo di Calcito (9% di calcio solubile più 1% di magnesio solubili in forma liquida) assieme ad un biostimolante radicale (Proser MnZn, manganese e zinco in forma liquida) in 4 trattamenti da fine maggio a metà luglio, ha portato ad un aumento del 21,5% della sostanza secca per ettaro (+4,4q/ha di s.s.) rispetto al testimone. Tale incremento era evidente sia sulle foglie mediane che apicali.

Il calcio assimilabile determina uno stay-green prolungato, aumenta a dimensione delle foglie e, quindi, incrementa la resa e la redditività.

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