Sviluppo dei frutti degli agrumi

Per incrementare le rese in questa fase è importante:

  • aumentare lo spessore della buccia;
  • migliorare le qualità organolettiche (acidità e contenuto di vitamina C);
  • aumentare la pezzatura dei frutti;
  • mantenere omogeno il calibro dei frutti.

Il calcio in questo contesto gioca un ruolo determinante ma è opportuno fare attenzione anche agli apporti di potassio e ad aumentare la resistenza della coltura agli stress.

La linea tecnica:

Per ottenere elevati standard qualitativi si consiglia:

FERTIRRIGAZIONE

APPLICAZIONI FOGLIARI

 

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Trapianti autunnali delle orticole

Per le colture orticole in controstagione è necessario ottenere uno sviluppo rapido ed equilibrato della pianta (sia radicale sia fogliare), poichè si deve affrontare con successo un periodo non ottimale caratterizzato da scarso irraggiamento solare e basse temperature.

La linea tecnica:

Per ridurre al minimo lo stress post-trapianto si consiglia:

APPLICAZIONI GRANULARI

Un intervento localizzato al trapianto con SuperPower Humic da 30 kg/1000m2 per consentire alle radici di raggiungere immediatamente le sostanze nutrienti, in particolare il fosforo.

FERTIRRIGAZIONE

n.2 interventi, al trapianto e dopo una settimana, con:

  • NaturBlack (300 ml/1000m2i per stimolare l'emissione dei capillari radicali;
  • Calcito (2l/1000m2) per limitare le problematiche legate al pH basico e all'accessiva salinità del terreno;
  • Leaf P-Ca (2l/1000m2per fornire fosforo alle radici e calcio per rafforzare i tessuti e renderli meno suscettibili alle fitopatie.

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Maturazione tecnologica dell’uva da vino

Per ottenere vini di elevata qualità e non avere problemi in fase di vinificazione è fondamentale che le uve abbiamo raggiunto la cosiddetta maturazione tecnologica cioè un giusto equilibrio tra contenuto di zucchero (°brix) e colorazione della buccia. Inoltre, è fondamentale che all’interno dell’acino ci sia un opportuno contenuto di azoto che permetta ai lieviti di svilupparsi e dar via alla fermentazione alcolica.

La linea tecnica:

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Ottenere mele gustose e croccanti

Nella coltivazione delle mele è importante in questa fase non solo favorire l’ingrossamento del frutto ma anche ottenere un buon grado brix, la colorazione tipica della varietà e garantirne la conservabilità.

È quindi fondamentale impiegare prodotti che vengano rapidamente assorbiti e metabolizzati dalla pianta e che forniscano un ottimale apporto di calcio, magnesio e potassio.

La linea tecnica:

  • effettuare 4-5 interventi in fertirrigazione fino a 15 giorni dalla raccolta con VERV N9 10 litri/ha + CALCIOMAGNO 20 litri/ha
  • effettuare 2-3 interventi in fertirrigazione da invaiatura sino a 15 giorni dalla raccolta con K-FAST 10-20 litri/ha
  • effettuare 3-4 interventi fogliari fino a 15 giorni dalla raccolta con LEAF P-Ca 4-5 litri/ha + GIOVE BIO GOLD 1-2 kg/ha.

Per migliorare il colore e l’uniformità di maturazione a ingrossamento del frutto, a inizio invaiatura e dopo 10 giorni applicare per via fogliare GLYCOS PLUS a 2 litri/ha.

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Pomodoro Exhibition 2023 – Un viaggio nell’innovazione in agricoltura

Pomodoro Exhibition è una rassegna organizzata da Fruit Communication e Doctor Farmer.

L'evento si svolgerà presso Agrisole Società Cooperativa Agricola, S.P. 126, km 1,5 - Gaudiano di Lavello (PZ) - Basilicata

Cerea FCP parteciperà  con una relazione dal titolo “NANO.T Cu e Calcito per migliorare la resistenza agli stress del pomodoro” presentata da Giuseppe Ciuffreda e Luca di Leo.

Per maggiori dettagli sul programma della manifestazione CLICCA QUI

Grappoli più lunghi e omogenei

Essendo giunti, nei principali areali di coltivazione dell'uva da tavola,  alla fase di post-allegagione, per ottenere buone rese alla raccolta è importante promuovere:

  • l'allungamento dei grappoli;
  • l'ingrossamento e la consistenza degli acini.

A tal fine è determinante gestire la nutrizione della pianta fornendo prodotti ad azione biostimolante. E' necessario prestare particolare attenzione all'apporto di calcio che contribuisce anche a ridurre il rischio di spaccature dell'acino.

E' inoltre opportuno iniziare a impiegare i prodotti utili a ottenere una colorazione quanto più possibile intensa e uniforme.

La linea tecnica:

APPLICAZIONE FOGLIARE

FERTIRRIGAZIONE

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Favorire la radicazione del carciofo

Nella coltivazione del carciofo è importante ottenere una produzione precoce che contempli un alto numero di capolini di qualità. 

In fase pre-trapianto del carciofo è importante impostare correttamente la nutrizione della coltura prestando attenzione sia alle piantine che al terreno che le ospiterà.

La linea tecnica:

Per quanto riguarda il terreno è opportuno apportare un prodotto che fornisca alla pianta azoto e fosforo in maniera graduale. 

Jolly è, inoltre, un concime organo-minerale che presenta anche un alto contenuto di potassio da solfato che contribuisce a migliorare gli aspetti organolettici (colore e sapore dei capolini)

Il bagnetto pre-trapianto deve invece stimolare soprattutto l'attecchimento a la radicazione delle piantine.

APPLICAZIONE GRANULARE

BAGNETTO DELLE PIANTINE

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Reintegrare le riserve nutritive dell’asparago

La concimazione dell’asparago va effettuata in estate dopo le raccolte per poter reintegrare le riserve nutritive e preparare al meglio la coltura in funzione della produzione dell’anno successivo.

L’apparato radicale è in continuo rinnovamento ed, essendo l’organo di riserva, è importantissimo stimolarne la crescita e promuovere l’assorbimento degli elementi nutritivi.

Allo stesso tempo è fondamentale uno sviluppo equilibrato della parte aerea.

La linea tecnica:

Questi interventi permettono uno sviluppo ideale dell’apparato radicale e un accumulo di sostanze di riserva per preparare l’asparagiaia a produrre al meglio (qualità e quantità) l’anno successivo.

Quasi tutti i prodotti contengono composti organici (acidi umici, acidi fulvici, amminoacidi, acidi carbossilici) che sono importantissimi per l’asparago, coltura che, ricordiamo, ama la sostanza organica, soprattutto se di alta qualità.

APPLICAZIONI GRANULARI

FERTIRRIGAZIONE

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Aumentare la produttività e la resa in olio del girasole

In questo momento della stagione è opportuno favorire la fioritura limitando gli effetti negativi di stress idrici e termici che possono determinare aborti fiorali.

Lo sviluppo della pianta va poi accompagnato con un calibrato apporto di azoto, zolfo e magnesio fino alla maturazione.

La linea tecnica:

  • n.1 applicazione fogliare con B-Power (5 l/ha) alla 5-6a foglia insieme al diserbo
  • vari interventi con Leaf N-Fast (10 l/ha) fino alla maturazione insieme a insettici e fungicidi.

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Promuovere allegagione e ingrossamento dell’uva

In questo momento della stagione per garantire buone rese al vigneto è opportuno promuovere l’allegagione e il conseguente ingrossamento dell’uva attraverso una nutrizione appropriata che aumenti al contempo la resistenza della pianta agli stress.

La linea tecnica:

Per chi può operare in fertirrigazione si consigliano anche:

  • n.3 interventi dalla fine della fioritura con Calcito (10 l/ha) e Verv N9 (15 l/ha).

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Ottenere un buono stato della nocciola

L'allegagione e l'ingrossamento del frutto sono fasi molto delicate e importanti per lo sviluppo della nocciola.

In particolare è necessario, per ottenere buone rese, che il seme occupi più spazio possibile all'interno del guscio.

La linea tecnica:

FCP consiglia in questo periodo l'utilizzo di:

Giove Bio Gold 2 kg/ha per avere uno sviluppo equilibrato anche in caso di forti sbalzi termici.

Febo Total 2-2,5 kg/ha per assicurare  preventivamente una riserva di calcio per il frutto. I microelementi contenuti, soprattutto il ferro, stimolano il metabolismo e la fotosintesi.

Leaf P-Ca e Verv N9 entrambi a 10 l/ha in fertirrigazione per stimolare l'apparato radicale e rinforzare la pianta.

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Uniformare la pezzatura della patata migliorandone la produttività

Per ottenere rese elevate è necessario che la coltura sia nutrita in maniera opportuna nelle fasi di differenziazione e ingrossamento dei tuberi.

In particolare è necessario stimolare lo sviluppo di un elevato numero di patate di pezzatura uniforme limitando la presenza dei tondelli (e dei fioroni).

La linea tecnica:

FCP consiglia l'utilizzo di prodotti ad azione biostimolante contenenti amminoacidi vegetali e acidi umici e fulvici a corta catena, facilmente assorbibili dalla pianta e quindi efficaci a bassi dosaggi,  nonché l'impiego di prodotti che favoriscano un corretto assorbimento di calcio per aumentare la resistenza della coltura e la conservabilità  in post-raccolta.

StimUp 200 ml/ha
n.2 applicazioni fogliari durante lo sviluppo dell'apparato fogliare e in fase di differenziazione dei tuberi

Calcito 25 kg/ha + Giove Bio Gold 5 kg/ha
n. 2 applicazioni (in fertirrigazione oppure utilizzando gli sprinklers e un volume elevato di acqua per simulare una fertirrigazione) all'ingrossamento dei tuberi

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Grape Exhibition 2023 – Approcci innovativi alla nutrizione dell’uva da tavola

Grape Exhibition è una rassegna organizzata da Fruit Communication e Doctor Farmer che vuole essere un viaggio nell’innovazione in viticoltura da tavola.

L’evento si svolgerà il 25 maggio alle ore 15:00 presso GEVA dei F.lli Vita, C. da Burraitotto s.s 576, km 1 – Favara (AG) – Sicilia

Cerea FCP parteciperà  con una relazione dal titolo “NANO.T Fe, il prodotto innovativo per il controllo della clorosi ferrica nell’uva da tavola” presentata da Luca di Leo.

Per maggiori dettagli sul programma della manifestazione CLICCA QUI

NANO.T Fe, Fertilizzante innovativo per il controllo della clorosi ferrica nell’uva da tavola

La nanotecnologia è un argomento di cui si parla diffusamente da alcuni anni tanto da non essere più un tema per i soli addetti ai lavori. Questo lo si deve soprattutto all’ampio numero di applicazioni che questa tecnologia può avere nei più svariati campi, tra cui l’elettronica, la medicina, la produzione di energia e come si vedrà l’agricoltura.

È buona premessa precisare che la nanotecnologia è tale quando si ha la progettazione e la realizzazione di oggetti con dimensione inferiore ai 100 nm (1nm = 1m*10-9 - un miliardesimo di metro). Lo scopo principale di questa tecnologia è quello di ottenere un aumento delle prestazioni e un minor consumo di energia e di materiale rispetto alle tecnologie tradizionali.

I vantaggi in campo informatico derivanti dalla realizzazione di chip della dimensione di un’unghia composti da miliardi di transistor sono evidenti, più difficile, se non si hanno adeguate conoscenze, è invece apprezzare i vantaggi che questa tecnologia può dare nell’ambito agricolo.

FCP Cerea in collaborazione con il dipartimento di Biotecnologie dell’Università di Verona, forte di queste conoscenze, ha brevettato nel 2019 la tecnologia NANO.T, per la realizzazione di sospensioni liquide i cui granuli primari possono variare da pochi nanometri e qualche decina di nm in funzione dell’elemento di cui sono costituiti (fosforo, ferro, rame, zinco, ecc.).

I principali benefici che questa tecnologia apporta sono:

  • Fertilizzanti ad alta persistenza, efficaci e stabili in un ampio range di pH (1-10) del terreno e attivi in qualsiasi condizione di luce e temperatura (a differenza dei prodotti tradizionali e chelati)
  • Minor impatto ambientale poiché le nanoparticelle sono trattenute dal suolo e non soggette a lisciviazione - cosa che succede ai chelati di ferro a base di EDDHA.
  • Maggiore superficie di contatto con la pianta (e quindi migliore assorbimento)  a parità di prodotto utilizzato, rispetto alle soluzioni tradizionali.

Nello specifico dell’uva da tavola Nano.T Fe  risulta particolarmente utile nel contrasto alla clorosi ferrica, problematica presente nelle colture arboree coltivate in terreni agricoli ricchi di calcare e con pH elevato (maggiore di 8,0). Questa tipologia di clorosi è molto diffusa in Italia e viene definita clorosi indotta in quanto le alte concentrazioni di calcare attivo e il pH elevato bloccano il ferro (precipitazione di sali a base di ferro) e ne limitano fortemente la disponibilità alle piante.

Nano.T Fe  in fertirrigazione si muove per flusso di massa rimane nel terreno in prossimità delle radici non precipita perché è già in forma solida. Ciò garantisce un effetto nutritivo e di prevenzione della clorosi dato che anche il ferro non utilizzato dalla pianta rimane comunque nel suolo (no lisciviazione negli stati profondi del suolo e delle falde acquifere) arricchendo i terreni.

Per il dettaglio delle prove svolte nel 2022 CLICCA QUI

Per la linea tecnica CLICCA QUI

Strategie nutrizionali per favorire fioritura e allegagione dell’olivo

Per una buona fioritura e allegagione è necessario che le piante di olivo siano nutrite in maniera equilibrata, senza spingere troppo sulla vegetazione.

A integrazione della concimazione del terreno nel periodo fioritura - allegagione sono molto importanti i macroelementi azoto, fosforo (soprattutto in fase di allegagione) e potassio (in particolar modo in periodo di accumulo dell’olio) e i microelementi in generale, con un occhio particolare al boro.

Il boro è un microelemento fondamentale in fase di fioritura e nell'allegagione dell'olivo. In caso di carenza la fioritura risulterà scarsa e non di qualità, con conseguenze importanti sulle rese degli oliveti.

Il boro influisce positivamente sulle mignole, sulla presenza di fiori, sulla germinabilità del polline e sull'allegagione.

La linea tecnica di FCP Cerea:

APPLICAZIONI FOGLIARI:

B-Power 4 litri/ha + StimUp 150 ml/ha + Leaf P-Ca 3 litri/ha - Pre-fioritura

B-Power 4 litri/ha + StimUp 150 ml/ha + Leaf P-Ca 3 litri/ha - Fine fioritura

Leaf P-Ca 4 litri/ha + Giove Bio Gold 1-2 kg/ha - Allegagione (fogliare) e Ingrossamento/indurimento nocciolo

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Strategie di fertilizzazione per un’ottimale ripresa vegetativa della vite da vino

Quando le temperature medie superano i 10°C comincia il periodo di ripresa vegetativa dei vigneti.

Durante questo periodo caratterizzato da un’intensa attività vegetativa è importantissimo assicurare alla pianta un’adeguata nutrizione che sia rivolta principalmente a ottenere:

  • uniformità di germogliamento
  • rafforzamento della pianta
  • fioritura e allegagione ottimale.

In questa fase è fondamentale “non spingere troppo”, cioè non indurre un eccessivo sviluppo della pianta per non indebolirla e quindi renderla più suscettibile agli stress biotici (peronospora e oidio) e abiotici come i ritorni di freddo, tipici della stagione.

Risulta quindi importante utilizzare una strategia di nutrizione che abbia come obiettivo rinforzare e nutrire allo stesso tempo.

La linea tecnica di FCP Cerea:

LINEA TECNICA FERTIRRIGAZIONE

Be-start 5.15 20l/ha + Nano.T Fe 6 l/ha * + Verv N9 10 l/ha - sviluppo fogliare

Be-start 5.15 20l/ha + Nano.T Fe 6 l/ha * + Verv N9 10 l/ha – prefioritura

*da utilizzare in caso di clorosi ferrica

LINEA TECNICA FOGLIARE

Giove Bio Gold 2kg/ha + Febo Mix 2kg/ha – sviluppo fogliare

B-Power 2,5 l/ha + Febo Mix 2kg/ha – Pre-fioritura

B-Power 2,5 l/ha + Febo Mix 2kg/ha – Fine-fioritura

In caso di ritorni di freddo aggiungere nei trattamenti fogliari CERERE alla dose di 2 l/ha

MacFrut 2023

FCP Cerea parteciperà con il proprio stand per presentare le ultime novità nel campo della nutrizione speciale.

CERERE: un alleato naturale contro gli stress abiotici

Gelate, sbalzi termici importanti, siccità, eccesso idrico, temperature elevate sono tutti stress abiotici a cui vanno incontro le piante quando le condizioni ambientali non sono ottimali.

Questi stress abiotici comportano un rallentamento o addirittura l’inibizione del metabolismo, limitando lo sviluppo delle piante e dei frutti.

Le conseguenze saranno: rallentamento/riduzione della fotosintesi clorofilliana, ridotta sintesi delle proteine, piante più sensibili ad agenti patogeni e quindi più deboli, sviluppo vegetativo ridotto, fioritura difficile e/o compromessa, scarsa allegagione, frutti di qualità scarsa e produzioni non ottimali.

Come si può aiutare la pianta in queste delicate condizioni?

Dopo anni di studi, ricerche e prove in campo FCP Cerea propone CERERE, un fisioattivatore, termoprotettore e osmoregolatore adatto su tutte le colture in ogni fase fenologica.

CERERE è un concentrato di polioli (o polialcoli) a media e corta catena appartenenti alla famiglia dei carboidrati (composti organici) idrogenati.

Questi composti entrano direttamente nelle cellule vegetali e sono in grado di aiutare la pianta a gestire meglio l’acqua libera, rendendola così più forte e resistente a temperature avverse (troppo basse o troppo alte) e stress idrici (carenza e/o eccesso d’acqua).

CERERE, inoltre, rende le membrane più elastiche permettendo ai frutti di ingrossarsi limitando il rischio di cracking.

CERERE ha altri due effetti:

  • i polioli possono essere rapidamente trasformati, all’interno delle cellule vegetali, in amminoacidi, composti essenziali per il metabolismo vegetale;
  • gli estratti umici di origine vegetale stimolano la pianta ad una rapida ripresa dagli stress abiotici.

CERERE risulta essere quindi un valido alleato sia per prevenire i danni che gli stress abiotici possono causare sia per favorire una rapida risposta e riattivazione del metabolismo della pianta dopo gli stress.

La linea tecnica di FCP Cerea:

CERERE va utilizzato 1-2 giorni prima della condizione sfavorevole prevista alla dose di 1,5-2,5 l/ha per via fogliare su qualsiasi coltura (frutticole, orticole pieno campo e serra, vite da vino e da tavola).

Ripetere il trattamento 1-2 giorni dopo l’evento stressante.

 

In caso del prolungarsi dell’evento stressante (ad esempio periodi di grande caldo e/o importanti sbalzi termici tra giorno e notte) trattare ogni 8-10 giorni alla dose di 1,5-2 l/ha.

 

Per contrastare il cracking dei frutti utilizzare CERERE da frutto noce in poi ogni 12-15 giorni alla dose di 1,5-2 l/ha.

 

CERERE può essere abbinato ai più comuni fitofarmaci e fertilizzanti fogliari per migliorarne l’efficacia e la persistenza poiché ha azione adesivante e bagnante.

La fertirrigazione in post-trapianto del pomodoro da industria

Il pomodoro da industria è una coltura con un elevato potenziale produttivo. Per sfruttare al meglio questa sua caratteristica è importantissimo nella fase di post-trapianto “far partire” le piantine al meglio assicurando un attecchimento ottimale.

Le fasi successive al trapianto sono molto delicate e il pomodoro necessita di una nutrizione specifica ed equilibrata in modo da stimolare la radicazione e, allo stesso tempo, creare le condizioni per un ideale sviluppo della parte aerea della pianta.

Per fare ciò è indispensabile conoscere come avviene la crescita del pomodoro durante i primi 20-25 giorni dal trapianto. Come si vede dai grafici di figura 1 e 2, dopo il trapianto lo sviluppo della superficie fogliare (accumulo di sostanza secca e lo sviluppo della massa aerea LAI) procede lentamente infatti, dopo 20-25 giorni abbiamo circa il 10% di copertura del suolo. Questo perché la pianta è impegnata a sviluppare l’apparato radicale e a creare le “fondamenta” su cui svilupparsi al meglio e produrre.

Durante questo delicato momento è importante fornire nutrienti che favoriscono la crescita radicale (soprattutto i capillari) e rinforzano la pianta al fine di avere una base solida e resistente su cui in seguito stimolare la crescita vegetativa.

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Fig. 1 Accumulo sviluppo sostanza secca aerea - Fig. 2. Sviluppo superficie fogliare - fonte: Pomodoro da industria – modelli. Francesco Tei, Univ. degli studi di Perugia
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Figura 3 %assorbimento dei nutrienti - fonte: Pomodoro da industria – modelli. Francesco Tei, Univ. degli studi di Perugia

Come possiamo vedere, nelle prime 3 settimane dopo il trapianto sono indispensabili in ordine di importanza:

  • Fosforo: il 45% è assorbito nelle prime 3 settimane dopo il trapianto (con il picco di assorbimento nella prima settimana)
  • Azoto, potassio, magnesio e calcio (picco di assorbimento tra la sesta e nona settimana)

Il fosforo è un elemento poco mobile nel suolo ed è soggetto a fenomeni di retrogradazione (immobilizzazione per precipitazione sottoforma di sali di ferro, di zinco e di calcio) pertanto, oltre a quello fornito con la concimazione di fondo, è fondamentale apportarlo con i primi interventi fertirrigui perché nelle prime fasi è richiesto dalle giovani piantine in quantità elevate.

Altro aspetto fondamentale da non trascurare è il posizionamento del fosforo: con la fertirrigazione si riesce infatti a dosare e localizzare vicino l’apparato radicale al fine di stimolare una rapida radicazione e migliorare l’attecchimento.

L’azoto, nutriente fondamentale, è richiesto in quantità modeste per i motivi citati sopra (solo il 10-15% è assorbito nelle prime 3 settimane).

Il magnesio è importante per stimolare la fotosintesi clorofilliana.

Il potassio e il calcio concorrono a rinforzare la pianta (pareti cellulari), a inspessire il colletto, favorire l’accumulo della sostanza secca (brix) e ridurre l’incidenza del marciume radicale.

La nutrizione deve quindi essere mirata, specifica e ragionata, per evitare squilibri nutrizionali.

La linea tecnica di FCP Cerea:

Fertirrigazione:

  1. Al trapianto 15 l/ha VERV N 9 + 15 l/ha B-Start 5.15
  2. Dopo 7 gg.: 15 l/ha VERV N 9 + 10 l/ha LEAF P-Ca + 5 l/ha Nano.T Fe
  3. Dopo altri 7-10 giorni: 15 l/ha VERV N 9 + 10 l/ha LEAF P-Ca
  4. Dopo altri 7 giorni: 15 l/ha VERV N 9 + 20 l/ha Calcito + 25 kg /ha di Nitrato di calcio+ 2 l/ha Proser Mn Zn
  5. Dopo 15-20gg (6°-7° settimana dopo il trapianto) 15 l/ha di VERV N 9 + 10 l/ha Calcito + 50kg/ha di Nitrato di calcio+ 1 l/ha Proser Mn Zn

 In terreni salini, sodici, calcarei (terreni “bianchi”): aumentare le dosi di Calcito a 30 l/ha alla 3° fertirrigazione e a 20 l/ha alla 4 fertirrigazione  

Applicazioni fogliari:

  1. Dopo il trapianto: 1 kg/ha GIOVE BIO GOLD + 2 L/ha LEAF P-Ca.
  2. Dopo altri 7 giorni: 1,5 l/ha NANO.T Cu + 2 l/ha LEAF P-Ca.

Queste applicazioni assicurano un’equilibrata nutrizione finalizzata alla radicazione e al rinforzo della pianta in modo da avere una corretta spinta vegetativa con piante forti e resistenti.

Allo stesso tempo migliorano la struttura del terreno e creano un habitat ideale per l’assorbimento dei nutrienti (tutti i prodotti sono a pH acido) e per la proliferazione dei microrganismi utili del suolo.

GLYCOS PLUS: uniformare e migliorare la colorazione dell’uva da tavola, rispettando la vite

Attualmente una delle maggiori problematiche sulle uve da tavola a bacca rossa o nera e in particolare per le varietà apirene, è rappresentata dalla colorazione parziale e/o non omogenea degli acini.

Il colore, la consistenza e il grado brix alla raccolta sono i parametri fondamentali per valutare la qualità dell’uva da tavola e per determinare il giusto momento per la raccolta e il suo valore commerciale.

Il raggiungimento di una ottimale colorazione dipende principalmente da fattori ambientali (temperature, luce, ecc.), dalla sanità della pianta (piante più deboli scarseggiano di colorazione) e da una corretta gestione della nutrizione vegetale.

Un altro fattore che influisce negativamente sulla colorazione è l’impiego di ormoni di sintesi (giberelline, auxine, citochinine) per aumentare le dimensioni del grappolo e la pezzatura degli acini.

Ad oggi, per stimolare la colorazione e la maturazione delle uve da tavola possono essere utilizzati fitoregolatori di sintesi come l’acido abscissico. Il loro impiego, tuttavia, ha delle forti criticità poiché l’efficacia dipende dalle concentrazioni utilizzate, dal periodo di utilizzo e, soprattutto, dalle condizioni climatiche. Un’alternativa sono i concimi fogliari e i biostimolanti la cui efficacia è molto variabile a seconda delle materie prime utilizzate, della loro qualità e della formulazione.

Glycos Plus è un promotore della colorazione e del grado brix che migliora e uniforma la qualità delle produzioni senza stressare o forzare la pianta, mantenendo la conservabilità delle uve sia sulla pianta sia nel post-raccolta poiché non induce la sovra-maturazione. Tale azione è dovuta alla presenza di L-amminoacidi precursori della sintesi delle antocianine, da altri amminoacidi ad azione stimolante e veicolante e da estratti di alghe che promuovono lo sviluppo degli acini e del grappolo. Il potassio presente (esente da cloruri, carbonati e nitrati) favorisce l’accumulo della sostanza organica all’interno del frutto con conseguente aumento delle produzioni e del grado brix.

Le prove, condotte nel 2022 a Trani sulla varietà Supernova, hanno dimostrato l’efficacia di Glycos Plus nell’uniformare e migliorare la colorazione degli acini. Si è osservato un aumento di produzione e del grado brix sia nei confronti del testimone non trattato sia rispetto ad uno dei prodotti di riferimento più utilizzati. L’impiego di Glycos Plus non ha pregiudicato la conservabilità delle uve poiché la durezza della bacca è risultata uguale al testimone non trattato (vedi grafici).

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Risultati delle analisi di laboratorio - significatività statistica p=0,05 cluster: a, b)
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Osservazioni in campo sulla colorazione delle uve

Indicazioni di impiego:

  • prima applicazione al 40% di sviluppo della bacca
  • seconda applicazione ad inizio invaiatura
  • terza applicazione 10 giorni dopo il secondo trattamento

Dose di impiego fogliare dconsigliata: 2 litri per ettaro per intervento.

La strategia per ottenere una ottimale radicazione delle orticole in serra

La fase di post-trapianto delle colture orticole è una fase particolarmente delicata e importantissima per poter far partire al meglio le piantine.

In questa fase è fondamentale stimolare l’emissione delle radici (soprattutto le radici capillari) in breve tempo per poter superare al meglio e velocemente lo stress post-trapianto.

Allo stesso tempo è indispensabile non far “filare” le piantine, evitando squilibri nutrizionali (soprattutto eccessi di azoto) che possono intenerire le piantine e, quindi, renderle più deboli e suscettibili a stress ambientali (in primis sbalzi termici).

Un altro fattore importante è rendere la pianta più forte e resistente in modo da prepararla al meglio allo sviluppo vegetativo, promuovendo la formazione di foglie più spesse e carnose e steli/colletti spessi e robusti.

FCP Cerea propone:

Al trapianto (o alla prima irrigazione possibile): NATURBLACK 300 ml/1000 metri + CALCITO 2 l/1000 metri + LEAF P-Ca 2 l/1000 metri.

Dopo 7-8 giorni: NATURBLACK 300 ml/1000 metri + LEAF P-Ca 2 l/1000 metri + NANO.T Fe 500 ml/1000 metri

Descrizione sintetica dei prodotti:

  • NATURBLACK è un concentrato di estratti umici a pH acido che stimola la rizogenesi e migliora la struttura del terreno;
  • CALCITO è un prodotto ideale in terreni stanchi, calcarei, sodici e salini; migliora l’assorbimento degli elementi nutritivi e migliora la qualità del suolo;
  • LEAF P-Ca stimola anch’esso la radicazione ed al contempo rinforza i tessuti e le pareti cellulari delle piante, impedendo il fenomeno della filatura delle piante e mantiene un equilibrio vegetazione/radice ottimale;
  • NANO.T Fe in primis previene i fenomeni di clorosi ferrica ed inoltre promuove l’emissione delle radici capillari grazie alla sua particolare composizione ed alla sua natura di sospensione colloidale.

Questi prodotti hanno la duplice funzione di creare un habitat ideale (terreno) per lo sviluppo post-trapianto delle piantine e quello di nutrire pianta e radici in modo equilibrato e sano.

La foto di copertina si riferisce a pomodori coltivati in serra in Sicilia ai quali è stata applicatala la strategia FCP.

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Confronto tra strategia standard (sx) e tesi FCP (dx) su insalata. Test in idroponica condotto presso la camera di crescita FCP; Fase: metà ciclo colturale

Biostimolanti conference 2023

I prossimi 1 e 2 marzo 2023 torna la Biostimolanti Conference che per la sua quarta edizione si sposta in Sicilia, presso l’International Airport Hotel di Catania.

Organizzato da Fruit Communication e ARPTRA, la Biostimolanti Conference è un evento gratuito interamente dedicato a questi prodotti sempre più centrali nella gestione in campo.

Due le giornate in cui si articola la Biostimolanti Conference 2023. A caratterizzare questa edizione un parterre d’eccezione, con relatori accademici, ricercatori ed esperti del settore nazionali e internazionali. Accanto a loro, non mancheranno poi i referenti delle 26 aziende partner dell’evento che presenteranno al pubblico le novità commerciali in materia di biostimolanti.

Giuseppe Ciuffreda, R&D and Agronomy Manager di FCP Cerea, interverrà il 2 Marzo alle ore 16:40 (sessione IV) con una relazione dal titolo “La biostimolazione nella colorazione e maturazione dell’uva”

Per avere maggiori informazioni sull’evento e sul programma basta visitare il sito: https://www.biostimolanticonference.com/.

Per iscriversi alla Biostimolanti Conference 2023, invece, basta cliccare qui: https://forms.gle/wU6LtokEqPVgeKRRA

Inoltre, per tutti gli agronomi regolarmente iscritti all’Albo è previsto il riconoscimento di crediti formativi professionali (CFP).

L’evento, che vanta il patrocinio di diversi enti e istituti, tra cui SOI, Università degli studi di Bari Aldo Moro e Università degli studi di Napoli Federico II, è quindi pronto a tornare per la sua quarta edizione.

L’intento, come di consueto, è colmare il vuoto conoscitivo in questo ambito, divulgando le informazioni tecniche e normative di questa categoria di sostanze. Preziosi alleati di tecnici e agricoltori, i biostimolanti incrementano infatti la resistenza delle colture nei confronti dei vari stress ambientali – tra cui salinità e siccità – e aumentano la qualità delle produzioni. Non a caso, si tratta di prodotti che – anno dopo anno – continuano a suscitare interesse nel comparto agricolo, con una tendenza positiva che trova conferma nel mercato legato a questi prodotti che da anni continua a crescere con numeri a due cifre.

Insomma, l’attenzione è tanta e l’attesa inizia a farsi sentire. Non resta che continuare a restare aggiornati e prendere parte alla quarta edizione della Biostimolanti Conference.

LEAF P-CA l’alleato ideale per frutti di qualità

Per ottenere frutti di buona pezzatura e al contempo elevati standard qualitativi, intesi come colorazione accentuata e uniforme, lunga conservabilità e durezza della polpa, è necessario gestire in maniera ottimale la nutrizione vegetale nella fase di post-allegagione.

A questo riguardo alcuni studi condotti su diverse varietà di mele hanno posto a confronto uno dei più diffusi agenti di maturazione, l’ethephon, un composto che genera etilene, con sostanze nutrienti costituite principalmente da fosforo e calcio, per verificare il livello qualitativo ottenuto nei frutti.
In un test su mele Fuji (Li et al. 2002), si è effettuato, un mese prima della raccolta, un trattamento con ethephos e uno con una soluzione di fosforo, calcio e azoto: entrambe le tesi hanno mostrato, rispetto a quella non trattata, un deciso aumento nella formazione dei pigmenti che conferiscono colore al frutto durante le settimane successive (graf.1a). L’ethephos, differentemente dalla soluzione di fosforo e calcio, ha determinato un deciso incremento della concentrazione di etilene compromettendo così la conservabilità del prodotto nelle settimane successive (graf.1b).

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ZhengHua Li et al.
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idem

Studi precedenti (Larrigaudiere et al., 1996), svolti su mele Starking Delicious, con trattamenti analoghi, avevano infatti già evidenziato la maggiore durezza dei frutti unita ad una inferiore concentrazione di solidi solubili nelle tesi trattate con fosforo e calcio rispetto a quelle gestite con ethephos sia alla raccolta sia nel periodo successivo (conservando i prodotti a 1 C°).

Alla raccoltaDurezza (N)Solidi solubili (%)
test75,3 a13,8 ab
ethephon64,6 b14,5 a
soluzione di fosforo e calcio77,5 a13,2 b

C. Larrigaudiere et al. DMS P < 0,05. I cluster sono definiti dalle lettere. Le medie sono su sette repliche

Dopo 60 giorniDurezza (N)Solidi solubili (%)
test61,5 a14,9 a
ethephon55,7 b14,4 a
soluzione di fosforo e calcio66,4 a13,5 b

idem

Da questi studi emerge che la sintesi dei pigmenti è risultata potenziata dal calcio, un elemento che, in quanto attivatore enzimatico, svolge anche un’azione di rinforzo dei tessuti vegetali influendo sulla consistenza, la serbevolezza e quindi la conservabilità del frutto. Il fosforo, invece, è un macroelemento che contribuisce ad aumentare la potenzialità produttiva della pianta favorendo l’allegagione e quindi produzioni più abbondanti. La ridotta componente di azoto agevola, infine, l’assimilazione del prodotto da parte della pianta senza pregiudicare l’azione enzimatica svolta dal calcio. Fosforo e calcio hanno quindi un ruolo essenziale per ottenere buone rese, agendo direttamente sulle produzioni e, allo stesso tempo, rinforzando le pareti cellulari e rendendo la pianta più forte e resistente anche in condizioni sfavorevoli.

Per questi motivi FCP Cerea consiglia, nelle fasi di post-allegagione fino al pre-raccolta, l’utilizzo di LEAF P-CA, un fertilizzante ricco di fosforo (23,6%) e calcio (6%) con una frazione azotata (3%) che viene assimilata prontamente dalla pianta e dal frutto.

  1. Per chi volesse approfondire gli argomenti di cui sopra si rimanda alle fonti:
    1. ZhengHua Li , Hiroshi Gemma, Shuichi Iwahori , Stimulation of ‘Fuji’ apple skin color by ethephon and phosphorus–calcium mixed compounds in relation to flavonoid synthesis, Scientia Horticulturae 94 (2002) 193–199.
    2. C. Larrigaudiere, E. Pinto, M. Vendrell, Differential Effects of Ethephon and Seniphos on Color Development of ‘Starking Delicious’ Apple, J. AMER. SOC. HORT. SCI. 121(4):746–750. 1996.

Parte la campagna che premia i soci agricoltori di FCP

Acquista i nostri prodotti e facci avere la fattura, riceverai un premio proporzionale alla tua spesa!!

Egregio socio, la cooperativa vuole esserti vicina riconoscendoti un premio in funzione dell'importo dei prodotti FCP che acquisterai nel 2023 a fronte di una spesa minima di 10.000 €.

Abbiamo pensato a diverse cose di immediato utilizzo che possono essere utili alla tua attività sperando di farti cosa gradita.

Il premio potrà, infatti, comprendere oltre ai tradizionali gadget come cappellini e borsine, pluviometri, coltellini, thermos, capi di abbigliamento tecnico e analisi del terreno.

Per partecipare alla campagna, oltre a essere un agricoltore socio di FCP, è necessario compilare un semplice modulo di adesione all'indirizzo:

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https://bit.ly/3fxJDer

Per ottenere il premio basterà inviare una mail per segnalare gli acquisti fatti a:
campagnasoci@fcpcerea.it

inserendo come oggetto: Campagna premi FCP e allegando copia della fattura se l'acquisto è stato fatto tramite terzi.

Successivamente verrà inviato via mail al referente indicato nel modulo, il dettaglio degli oggetti (o dell'oggetto) costituenti il premio e la data entro la quale passare a ritirarlo.

La concimazione del grano: partire bene per garantire le rese

L’autunno è alle porte e occorre prepararsi per la semina dei cereali autunno vernini. Le condizioni di mercato sono interessanti per i prezzi del grano (e dei cereali in genere), ma allo stesso tempo ardue per quanto concerne i mezzi tecnici e soprattutto i fertilizzanti.
La pianificazione della concimazione del frumento richiede pertanto un’attenta riflessione su quale strategia intraprendere al fine di contenere costi e massimizzare le rese.
Vanno considerati fattori quali: il costo dei fertilizzanti, la fertilità fisico-chimica del terreno, le potenzialità storiche dell’azienda in termini di resa, la coltura in successione, ecc.

La concimazione del frumento dovrebbe seguire due principi portanti:

  • impostare la concimazione sulla base delle rese storiche aziendali (sarebbe del tutto inappropriato pianificare elevate concimazioni, qualora le rese attese fossero modeste) e quindi in funzione delle asportazioni degli elementi nutritivi dal terreno (vedi tabella 1).
  • seguire le indicazioni normative inerenti alla direttiva nitrati, eventuali adesioni a disciplinari di produzione regionali (misure agroambientali) e a disciplinari volontari, nel caso si aderisca a progetti di filiera privati.
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Tabella 1: Asportazione degli elementi nutritivi (kg/ha) in funzione delle resa/ha di granella. La quantità cambia se oltre alla granella si preleva anche la paglia (per approfondimenti clicca sulla tabella)

Cerea FCP ha condotto negli ultimi anni diverse prove di concimazione su frumento, al fine di individuare strategie efficaci e sostenibili per l’ambiente. Tra queste una prova particolarmente significativa si è svolta in provincia di Rovigo e ha messo a confronto tre tecniche, con interventi a partire dalla concimazione di fondo fino alla fase di spigatura.

L’interesse principale è stato rivolto alla concimazione di fondo, sulla quale si sono principalmente differenziate le tecniche, mentre una quarta tesi ha ricevuto solo la concimazione azotata di copertura. Per tutti i trattamenti si sono utilizzati prodotti della Cerea FCP (vedi tabella 2 per tesi e quantità distribuite).

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Tabella 2: apporti totali fino alla spigatura della coltura

Gli interventi comuni tra le tesi sono stati:

  • due settimane prima della semina: 80 unità di potassio (la dotazione del terreno era medio scarsa);
  • a fine accestimento un intervento con Cereaslow 33 e – a fine levata – uno con CereaS 38. Entrambi i prodotti sono caratterizzati da un alto contenuto di azoto e zolfo e sono indicati per favorire l’accumulo proteico dei cereali. Il Cereaslow 33 è a base di azoto stabilizzato con NBPT, che consente di ridurre fortemente le perdite per volatilizzazione (le quantità dei due sono state dosate in modo da avere apporti totali di azoto simili tra le tesi (vedi tabella 2);
  • stadio di botticella: applicazione fogliare di 5 l/ha di Leaf N (in associazione a prodotti di difesa); anche in questo caso una combinazione di azoto e zolfo per aiutare la coltura a superare gli stress dovuti a non ottimali condizioni ambientali e ad accrescere le rese; la presenza di boro in questo prodotto stimola inoltre la fioritura;
  • alla spigatura: applicazione fogliare di 4 l/ha di Verv che, applicato insieme ai prodotti di difesa, ne facilita l’assorbimento; la presenza di amminoacidi ha inoltre un effetto biostimolante che favorisce il superamento di stress abiotici.

Le tesi si sono invece differenziate come segue: due con applicazione di fondo in pre-semina dei tradizionali granulari, una con 330 kg/ha di CereaPhos e l’altra con altrettanto di Granoro, la terza impiegando 50 kg/ha di SuperPower, un concime microgranulare (0,7-2 mm diametro) studiato per essere distribuito nel solco di semina (vedi la prima colonna della tabella 1 per le percentuali dei nutrienti)..

Dopo un mese e mezzo dalla semina,  nella tesi concimata con SuperPower si è verificato il cosiddetto “effetto starter”, che ha dato luogo ad una maggiore emergenza (maggior numero di piante nate) rispetto a quella non concimata (+ 20% circa), ma anche rispetto alle tesi che hanno ricevuto concime di fondo (+14% e oltre) (figure 1 e 2); l’assorbimento del fosforo, elemento essenziale in questa fase fenologica, è stato infatti facilitato sia dalla presenza dell’azoto, sia dal posizionamento vicino alle radici.

L’effetto positivo della concimazione starter si è mantenuto anche dopo 6 mesi dalla semina (spigatura) in quanto la tesi concimata con SuperPower ha presentato un maggior numero di spighe per m2, sia rispetto alla tesi non concimata (+21%), sia rispetto a quelle che hanno ricevuto la concimazione di fondo (in particolare +20% su quella con solo fosforo) (figura 1).

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Figura 1: emergenza media (semi germinabili per parcella 459) - rilievo effettuato alla 2-3 foglia; numero di spighe medio al metro quadrato rilevato a metà maggio
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Figura 2: al centro è evidente a fine marzo l'effetto starter, rispetto alle tesi ai lati non concimate con SuperPower

In sintesi, l'utilizzo di Super Power nel solco di semina ha consentito di:l’

  • incrementare l’efficienza dei fertilizzanti impiegati (riducendo i costi)
  • rispettare l’ambiente (solo 14 unità/ettaro di fosforo rispetto ai 66 e 132 delle altre due con concimazione di fondo)
  • migliorare l’emergenza e l’accestimento
  • mantenere un elevato investimento di spighe per m2

La soluzione che prevede l’impiego di Granoro resta comunque una valida alternativa sia dal punto di vista del numero di spighe/m2 (tabella 1), ma soprattutto per preservare la fertilità chimica del terreno nel tempo.

Un elemento da non sottovalutare, infine, è lo zolfo, che infatti è sempre presente nelle linee tecniche di Cerea FCP studiate per i cereali, la cui carenza può pregiudicare le rese anche quando non visibile sulla coltura.
Lo zolfo è molto importante per i cereali in quanto contribuisce a migliorare:

  • la resa della granella sia nel grano tenero e che nel grano duro (migliora l’assorbimento dell’azoto e l’accumulo delle proteine);
  • la qualità della panificazione nel grano tenero, accrescendo il volume del pane e riducendo la formazione di acrilammide, un contaminante che aumenta il rischio di tumori e mutazioni genetiche.

Grape Exhibition 2022 – Approcci innovativi alla nutrizione dell’uva da tavola

Grape Exhibition è una rassegna organizzata da Fruit Communication e Doctor Farmer che vuole essere un viaggio nell'innovazione in viticoltura da tavola.

Cerea FCP parteciperà all’evento dell’8 settembre presso Az. Agricola “Stefano Borracci” C.da San Francesco, Rutigliano (BA) con inizio dei lavori alle ore 16.00.
(posizione google mapshttps://bit.ly/3AzXF7r)

La relazione dal titolo Approcci innovativi alla nutrizione dell’uva da tavola sarà presentata da Giuseppe Ciuffreda e avrà come temi principali il contrasto alla clorosi ferrica e l’uniformità della colorazione dei grappoli sulla base delle prove che Cerea FCP ha svolto in Puglia in questi anni.

Per alcune anticipazioni sui risultati di tali prove:

Clicca qui per scaricare la locandina completa dell'evento.

Nutrizione della vite e corretta fermentazione del mosto

Al fine di garantire una buona qualità del vino è fondamentale che il processo di fermentazione svolto dai lieviti nel mosto sia quanto più completo possibile ed avvenga senza interruzioni. Uno dei fattori chiave nella fermentazione dei mosti è il contenuto di Azoto Prontamente Assimilabile dai lieviti (il cosiddetto APA). Una scarsa concentrazione nel mosto di APA rallenta la fermentazione (fino ad arrestarla nei casi più gravi) e causa la presenza di composti indesiderati nel vino con alterazione dannosa del suo profilo aromatico.

I lieviti, per svolgere con regolarità la fermentazione, necessitano di assimilare una quantità di azoto la cui soglia varia in funzione della varietà dell’uva. Ad esempio, secondo Lorenzini at al., il livello ottimale di APA nel mosto di Pinot nero deve essere superiore ai 200 mg/L, mentre valori inferiori a 140 mg/L mettono a rischio elevato l’andamento fermentativo.

Gli indicatori vegetali che determinano il contenuto di azoto nella foglia o l’indice di clorofilla danno una visione del metabolismo della coltura fino all’invaiatura ma non sono particolarmente utili per prevedere se l’azoto nel mosto sarà sufficiente, in quanto numerosi fattori biotici e abiotici possono frenare la nutrizione azotata nell’acino.

La valutazione precoce (all’invaiatura) dell’APA nel mosto è invece un metodo utile per pianificare una eventuale concimazione all’inizio del ciclo di maturazione dell’uva, diversi studi hanno verificato infatti che tale quantitativo in genere non ha variazioni apprezzabili con quanto riscontrato successivamente alla raccolta.

Una somministrazione di azoto assimilabile a invaiatura completa unita all’osservazione fisiologica della coltura (vigore, colore fogliare e fecondità delle gemme) è in ogni caso utile per individuare negli anni la strategia nutrizionale più efficace e per affinare le pratiche agronomiche.

L’importanza della concimazione azotata a invaiatura completa è comprovata da diversi studi (Mataffo at al. 2020, Canaura at al. 2018). Nello studio di Mataffo su vigneto (varietà Greco) situato nel sud Italia, sono stati testati due prodotti in diverse fasi fenologiche e in due anni consecutivi. Le diverse condizioni che hanno caratterizzato queste annate hanno determinato valori assoluti differenti (APA nel mosto molto più alta nel 2017 rispetto al 2016) ma i comportamenti relativi sono stati simili tra le tesi in oggetto.

I due prodotti utilizzati, applicati nella medesima quantità, contenevano entrambi azoto organico e minerale in diversa concentrazione: uno con maggior contenuto di azoto minerale (AN) e l’altro con maggior contenuto di azoto organico (AX).

I trattamenti compiuti a inizio invaiatura e in post-invaiatura non hanno portato a differenze significative rispetto al testimone non trattato, le applicazioni realizzate a invaiatura completa hanno invece dato risultati significativamente migliori in entrambi gli anni (maggior contenuto di APA presente nel mosto - figg.1).

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Figura 1a - 2016 - C = test non trattato; AX = 9% N tot; AN = 20% N tot. Lettere diverse sono significativamente diverse secondo il test di Duncan (p ≤ 0,05). Mataffo at al. 2020
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Figura 1b - 2017 - C = test non trattato; AX = 9% N tot; AN = 20% N tot. Lettere diverse sono significativamente diverse secondo il test di Duncan (p ≤ 0,05). Mataffo at al. 2020

In quest’ottica FCP Cerea propone l’utilizzo di due prodotti da applicarsi a partire dall’inizio invaiatura fino ad invaiatura completa al fine di aumentare l’APA del mosto ma anche per migliorare i processi di maturazione (incremento del grado brix) e l’accumulo di composti aromatici e fenolici delle uve.

  • GIOVE BIO (8.0.4): fertilizzante liquido con azione fitostimolante (ammesso in agricoltura biologica), completamente vegetale, caratterizzato da elevato contenuto in amminoacidi, betaine, azoto e potassio. La sua composizione lo rende rapidamente assimilabile dalla coltura, il prodotto contribuisce anche a ridurre gli stress abiotici e ad incrementare il grado brix dell’uva (il 22% è costituito da sostanza organica).

Dosaggio consigliato: due applicazioni (3-4 l/ha) una a metà invaiatura e una a invaiatura completa.

  • LEAF N-FAST (18.0.0): è un fertilizzante liquido composto da azoto ureico (rapido assorbimento), magnesio complessato con Ligninsolfonato e zolfo. L’azoto favorisce l’accumulo dell’APA, il magnesio contribuisce alla sintesi della clorofilla. La presenza del Ligninsolfonato (sostanze naturali di origine biologica) nella formulazione garantisce una migliore distribuzione sulle foglie, una maggiore resistenza al dilavamento ed evita la fitotossicità anche ad elevati dosaggi.

Dosaggio consigliato: due applicazioni (5-10 l/ha) una a inizio invaiatura e una a invaiatura completa.

È partito As~pró, il progetto promosso da CEREA FCP che mira a innovare l’agrumicoltura italiana

Si è svolto il 30 maggio presso la sala Oranfresh di Catania il primo evento che ha visto la partecipazione di relatori di prestigio e la presenza di numerosi addetti al settore

Come suggerito dal nome, l’evento nasce dalla volontà di avviare una progettualità che – partendo dalla Sicilia e da alcune colture – mira a promuovere e diffondere l’innovazione in agrumicoltura.

Insieme a CEREA FCP si sono ritrovati Enti di Ricerca e Sviluppo siciliani, ricercatori europei e agricoltori per condividere conoscenze ed esperienze al fine di proporre non solo nuovi spunti di ricerca o fare divulgazione scientifica, ma anche fornire soluzioni concrete e innovative per coloro che devono operare in campo.

Si premette che l’evento è stato seguito anche via streaming e a breve si fornirà on line la possibilità di rivederlo.

Ad aprire il convegno è stata Federica Argentati, Presidente del Distretto agrumi di Sicilia, che ha svolto con sapienza il ruolo di moderatore introducendo i relatori sulle varie tematiche affrontate: portainnesti, clorosi ferrica, aspetti produttivi e impatti fitosanitari

Riguardo ai portainnesti Alberto Continella, Professore associato di Arboricoltura generale e coltivazioni arboree UNI Catania, ha presentato i risultati di alcune ricerche relative alle diverse tolleranze ai patogeni e alle differenti potenzialità produttive sia sotto l’aspetto qualitativo che quantitativo.

In streaming dalla Spagna sono quindi intervenute María Á. Forner Giner e Mary-Rus Martínez Cuenca del Centro di Produzione Agrumi e Piante dell’Istituto Valenciano di Ricerca Agricola (IVIA), per illustrare l’importante ruolo che il ferro svolge negli agrumi e come viene assorbito. Infine, si è parlato approfonditamente di clorosi ferrica, molto diffusa negli areali mediterranei, per comprenderne i motivi scatenanti e cosa comporta a livello di rese produttive.

Giuseppe Ciuffreda, Responsabile Ricerca e Sviluppo e Agronomia di CEREA FCP, ha quindi mostrato in maniera semplice, nonostante la complessità e l’ampiezza della materia, i vantaggi derivanti dall’impiego delle nanotecnologie nelle tecniche di contrasto alla carenza di ferro, che sono in linea con la strategia europea “Farm to Fork” e la sostenibilità ambientale.
CEREA FCP già da alcuni anni sta infatti testando in Sicilia  Nano.T® Fe, un nuovo prodotto nanotecnologico, attivo ad ampio range di pH, efficace a bassi dosaggi, completamente biodegradabile e utilizzabile anche durante il giorno in fertirrigazione. Se si considera inoltre che il prodotto non precipita e favorisce l’acidificazione della rizosfera tutto questo lo rende vincente rispetto ai più tradizionali prodotti chelanti.  Accanto a questo, come sottolineato in chiusura da Ciuffreda, CEREA FCP sta ulteriormente affinando le tecniche di applicazione mediante la sperimentazione nelle proprie serre su diversi portinnesti.

Antonino F. Catara, Responsabile scientifico progetto SIRPA, è intervenuto sulla gestione degli organismi patogeni sistemici degli agrumi. Nel corso dell’intervento sono emersi, tra le altre cose, i probabili benefici dovuti all’uso dei nanofertilizzanti (non solo a base di ferro ma anche di altri elementi, tema sul quale CEREA FCP sta già lavorando) per mitigare le malattie degli agrumi da organismi patogeni floematici;  tutto questo grazie soprattutto al rilascio lento e costante di nutrienti, a una maggiore biodisponibilità (superficie specifica, dimensioni, reattività), alla riduzione delle perdite di nutrienti e a una maggiore resistenza indotta verso stress biotici e abiotici, aspetti che favoriscono il rispetto dell’ambiente e inducono a produzioni di qualità.

Infine, Giancarlo Roccuzzo, ricercatore presso il CREA di Acireale, ha parlato di agroecologia per prevenire le microcarenze. Si sono quindi illustrate tecniche per il riciclo dei residui organici e più in generale per incrementare la sostanza organica.

A chiusura dell’evento la D.ssa Argentati ha proposto di creare un laboratorio permanente per fare rete fra i vari soggetti interessati insieme agli agricoltori, questo consentirebbe di mettere a confronto le tecniche più innovative e promettenti favorendone un più rapido sviluppo e soprattutto una più puntuale e capillare divulgazione alle aziende produttrici.

Sulla base di tutti questi presupposti il progetto As-prò continuerà con altri appuntamenti per rendere la filiera degli agrumi sempre più influente e redditizia.

VI TERREMO AGGIORNATI !!!

(segue il video con le interviste ai relatori)

As-pró – Innovazione in agrumicoltura: portinnesti degli agrumi e clorosi ferrica, aspetti produttivi e impatti fitosanitari

As-pró è un progetto che nasce dalla collaborazione di FCP Cerea con enti di Ricerca e Sviluppo siciliani, ricercatori europei e agricoltori. Il nome vuole richiamare da un lato una delle principali caratteristiche degli agrumi, dall’altro contiene al suo interno il suffisso PRO che pone particolare attenzione ai concetti di:

  • innovazione
  • progettualità

con l’obiettivo di guardare sempre più avanti nello spazio e nel tempo.

As-pró è dunque l’unione dei due punti di partenza di questo evento che, concentrandosi su alcune delle colture simbolo della Sicilia, punta a promuovere e diffondere l’innovazione nel settore.

Nel primo incontro del 30 Maggio si porrà particolare attenzione alle problematiche legate alla clorosi ferrica.

La sintomatologia della carenza di ferro nelle piante è generalmente causata da una scarsa presenza di ferro assimilabile nel terreno. In questo caso si parla di carenza indotta poiché i fattori che la influenzano sono:

  • terreni particolarmente calcarei
  • pH
  • suscettibilità del portinnesto

Gli areali mediterranei sono particolarmente interessati da questo fenomeno, date le caratteristiche dei suoli, e di conseguenza lo sono i due principali produttori di agrumi in Europa: Italia e Spagna.
Le superfici coltivate in Italia e Spagna sono approssimativamente di 150.000 e 300.000 ha su 500.000 ha dell’intero continente (dati FAO 2020).
In Italia la regione più interessata è la Sicilia con i suoi 81000 ettari (dati ISTAT 2021) pari al 58% di quanto coltivato sul territorio nazionale seguita dalla Calabria con 37000 ettari circa.

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dati FAO 2020 espressi in migliaia di ettari considerando arance, limoni, lime, mandarini e clementine
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dati ISTAT 2021 considerando arance, limoni, lime, mandarini e clementine

Per questo motivo il primo appuntamento di As-pró sarà presso la sala Conferenze Oranfresh di Catania, lunedì 30 maggio a partire dalle ore 16:00; durante il convegno co-organizzato con Fruit Communication e l'Ordine degli Agronomi di Sicilia, interverranno i partner del progetto presentando le ultime novità per contrastare la patologia e migliorare le rese produttive.

La clorosi ferrica è un’avversità dal forte impatto economico perché incide negativamente:

  • sul ciclo vita dell’albero
  • sul numero dei frutti e la loro dimensione
  • sulla qualità dei frutti e sul loro aspetto

Il ferro svolge un ruolo sostanziale nella fotosintesi ed è per questo che la sintomatologia della carenza di ferro negli agrumi si manifesta principalmente nelle foglie che perdono il loro colore verde brillante evolvendo in sfumature che vanno dal verde chiaro al giallo paglierino a seconda della gravità della malattia (ingiallimento fogliare). La carenza di ferro influisce anche sullo sviluppo e la crescita dei nuovi organi vegetali: in questo caso a seconda della gravità si può giungere a una defogliazione prematura dei germogli fino alla loro morte oppure ad una crescita stentata dell’apparato radicale.

Gli agrumi fanno parte di un gruppo di piante efficienti che in condizioni di carenza di ferro hanno sviluppato meccanismi adattativi per aumentare sia l'assorbimento che la capacità di trasporto di tale elemento.
La strategia di difesa adottata dall’uomo deve quindi tenere conto di questi meccanismi e agevolarli nel loro espletamento da parte della pianta.

La conoscenza delle caratteristiche fisico-chimiche del terreno e le buone pratiche agricole sono sempre consigliate, in particolare quelle atte a mantenere una corretta struttura del suolo e una congrua quantità di sostanza organica, ma la scelta di portainnesti innovativi e l’utilizzo di opportuni prodotti nutrienti fa la differenza nel contenimento della malattia.

FCP Cerea sta testando con successo in Sicilia un nuovo prodotto nanotecnologico Nano.T® Fe, e sta individuando, anche mediante la sperimentazione nelle proprie serre su diversi portainnesti, le strategie più efficaci per contrastare la clorosi ferrica.

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Prove in serra FCP su portainnesti di limone
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Prove in serra FCP su portainnesti di arancio

La nanotecnologia rappresenta un approccio innovativo in quanto il prodotto, grazie alle sue piccolissime dimensioni (<100 nm), non precipita in forme non solubili e garantisce una maggiore area di contatto con le radici rispetto ai prodotti tradizionali. La natura acida di Nano.t Fe (pH 1,3) favorisce anche l’acidificazione della rizosfera che è essenziale per l’assorbimento dei nutrienti. Il prodotto è inoltre completamente degradabile, non soggetto a lisciviazione e a rilascio controllato in funzione delle esigenze della pianta poiché è trattenuto dalle particelle solide del suolo. L’evento del 30 maggio sarà dunque l’occasione per ascoltare alcuni dei maggiori esperti in agrumicoltura, approfondire gli aspetti tecnici e migliorare sostanzialmente le rese produttive.

Nano.T® per combattere la clorosi ferrica nelle colture arboree

Terreni calcarei, pH e concimazioni a base di ferro non adeguate, sono le principali cause della clorosi ferrica

La clorofilla è un pigmento naturale presente principalmente nelle foglie che svolge un processo fondamentale per la vita sulla terra: la fotosintesi. Azoto, magnesio e ferro sono i nutrienti principali di cui la pianta ha bisogno per sintetizzare clorofilla.

Il ferro è quindi un microlemento indispensabile che spesso viene trascurato dagli agricoltori nella concimazione. È un elemento che si muove poco all'interno dei tessuti vegetali ed è per questo che la sintomatologia di carenza di ferro si presenta nelle foglie giovani, con colore giallo (clorotici), dimostrazione di una mancata sintesi della clorofilla (verde) e di conseguenza scarsa attività fotosintetica. I terreni agricoli sono ricchi di ferro, ma la forma assimilabile dalle piante, ovvero quella solubile, è molto bassa.

La clorosi ferrica è una problematica abbastanza diffusa, specialmente nelle colture arboree caratterizzate da un ciclo pluriennale e da oggettive limitazioni nell'immagazzinare la giusta quantità di ferro al loro interno.

La scarsa disponibilità di ferro assimilabile nel terreno è la principale causa della carenza, questa tipologia di clorosi viene definita clorosi indotta in quanto le alte concentrazioni di calcare attivo e il pH elevato bloccano il ferro (precipitazione di sali a base di ferro) e limitano fortemente la disponibilità alle piante. Le colture arboree italiane (vite, agrumi, kiwi, drupacee...) sono generalmente impiantate in terreni agricoli ricchi di calcare e con pH elevato (maggiore di 8,0).

Per compensare questa criticità ci sono diversi aspetti da prendere in considerazione:

  • scelta di un portinnesto tollerante alle alte concentrazioni di calcare;
  • impiego di fertilizzanti a base di ferro;
  • gestione dell'irrigazione, in quanto l'acqua irrigua porta in soluzione carbonati e bicarbonati rendendoli attivi e inibenti nei confronti dell'assorbimento del ferro.

Il punto che permette maggiori possibilità di manovra è un'adeguata pianificazione della concimazione a base di ferro.

Nano.T® Fe grazie alla sua innovativa formulazione brevettata, consente di aumentare l'efficacia di assorbimento del ferro in quanto il fosfato-ferrico presente al suo interno e le piccolissime dimensioni (<100nm) forma complessi che proteggono il microelemento nei confronti dei carbonati e altri sali inorganici presenti nel terreno.

Applicando Nano.T® Fe in fertirrigazione, questo rimane nel terreno, si muove per flusso di massa e in prossimità delle radici evitando le precipitazioni, e consente alla pianta di assorbire il ferro con effetti anche di lunga durata. Questo garantisce un effetto nutritivo e di prevenzione della clorosi dato che il ferro non utilizzato dalla pianta rimane comunque a disposizione arricchendo i terreni.